Nulla di grande senza passione
Ore 21.00 sulla seconda rete della Rai per assistere alle gare olimpioniche che sono un crogiuolo di emozioni: lacrime di gioia e di dolore dove avverti l'amore per la disciplina, i sacrifici fatti da ogni atleta per cercare di vincere una medaglia che racchiude il coraggio, la forza, la dignità di chi per anni si è sottoposto ad allenamenti stressanti per rincorrere il sogno di tutta una vita.
Abbiamo visto la felicità della squadra di sciabola per la prestigiosa medagli d'oro conquistata, le lacrime e la gioia insieme di Benedetta Pilato, la compostezza di Filippo Macchi, medaglia d'argento per i fioretto, di fronte al verdetto, ingiusto, dell'arbitro che ha assegnato la vittoria al cinese. O la schermitrice brasiliana Nathalie Moellhausen che, nonostante il tumore che l'ha fatta sentire male, ha voluto portare a termine la gara.
Le olimpiadi, altre ad uno spettacolo unico, stanno rivelando la grande sensibilità e dignità con cui gli atleti gareggiano, lottano mostrando uno spirito davvero decoubertiano. Il lavoro di anni di preparazione si gioca in pochi attimi laddove basta poco per vedere sfumare sogni e ambizioni.
Gli sport "poveri" sono capaci di suscitare enormi emozioni, mentre la nazionale italiana di calcio, sport in cui un giocatore riesce a guadagnare milioni e milioni di euro all'anno, nel recente campionato europeo ha mostrato insensibilità, mancanza di responsabilità, di dignità, mancanza di rispetto per i tifosi e senso di noncuranza
per la propria nazione.
Non a caso inserisco questa canzone di Francesco De Gregori, Il Bandito e il Campione, rispettivamente Sante Pollastri e Costante Girardengo, dove il cantautore racconta una storia d'altri tempi dove il grande amore del bandito per il ciclismo lo porta a sfidare gli eventuali pericoli come, ad esempio, quello di essere arrestato, pur di vedere l'amico campione alla fine della corsa
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