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Visualizzazione dei post da settembre, 2024

L'inutilità dell'ONU

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    Ucraina e  Medio Oriente: due guerre brutali per le quali nessuna potenza mondiale riesce a individuare una via d'uscita per evitare ulteriori bagni di sangue che fino ad oggi hanno provocato la morte di milioni di persone.  E' incredibile! In Ucraina si combatte da oltre due anni e mezzo  e  i migliori "cervelli" mondiali non riescono a mettere in piedi uno straccio di piano per costringere  i paesi belligeranti a sedersi attorno ad un tavolo per negoziare le condizioni di pace. Parole, parole quante ne vogliamo, ma fatti concreti niente. Posizioni inconciliabili  nell'Europa orientale tra Kiev e Mosca; non capisco!  La guerra non finirà mai?  Davvero non è possibile fare niente?  E gli organismi internazionali a cosa servono? E' di questi giorni l'assise dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite (un organismo che costa oltre 50 miliardi di dollari all'anno!) dove ogni nazione ha recitato la propria parte: tutte impegnati a trovare risoluzio

Ceppaloni dopo l’8 settembre 1943

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 L’esame della scheda relativa al  Censimento Straordinario per la Ricostruzione Nazionale  del 1944, impone di esaminare la situazione del Comune di Ceppaloni subito dopo il passaggio delle truppe tedesche che, nella loro ritirata, si fermarono circa 7 giorni a Ceppaloni dal 28 settembre al 3 ottobre del 1943. Appena liberato il Sannio, il Prefetto provvide a mandare nei vari paesi un proprio rappresentante per lo svolgimento dell’ordinaria amministrazione. A Ceppaloni fu inviato il funzionario  Domenico Rosa  che, subito, tramite una missiva inviata il 10 ottobre al Prefetto, faceva presente che nel Comune c’era il rischio reale che la popolazione, che chiedeva il pane  con una insistenza impressionante ed un clamore impressionante da fare pietà , potesse dare luogo ad atti di violenza, in quanto non vi era più niente da mangiare.   I produttori avevano esaurito tutte le scorte, quando sarebbero stati necessari almeno  300 quintali  di grano al mese, e, soprattutto, erano venuti

Io e la chat GPT

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I l  mio paese, come tanti altri, non è un paese per vecchi . Per i boomer, per quelli nati dopo la fine della seconda gerra mondiale, gli spazi si restringono sempre di più: sono pochi ed escono poco perchè in piazza è difficile trovare qualche amico del tempo passato, per cui spesso preferiscono restare a casa a leggere, scivere o vedere la televisione. I piccoli centri stanno morendo , o già lo sono, perché l'inverno demografico e l'emigrazione dei giovani, verso il nord del Paese o all'estero, ha impoverito, quasi del tutto, il tessuto sociale ed economico dei piccoli borghi.  Eppure era un fenomeno che la classe politica ben conosceva perchè già nel passato i paesi del Sud avevano subito una feroce emigrazione, ma niente hanno fatto per fermare questo stato di cose che in pochi decenni ha visto il formarsi nelle città di periferie enormi, abbandonate a se stesse, con il conseguente  svuotamento dei piccoli villaggi e la conseguente scomparsa di tradizioni artigianali,

Un vecchio documento del 1822

 L'anno scorso,  riportai una notizia dalla "Gazzetta di Benevento" la quale riferiva che a Ceppaloni, il 14, 15, 16, e 17  settembre del 1876, la comunità si accingeva a festeggiare la Madonna dell'Addolorata. Circa 150 anni fa, la festa veniva registrata da un settimanale provinciale come una delle più importanti del Circondario durante la quale si svolgeva anche una fiera dove venivano premiati gli animali migliori presentati dagli agricoltori. Era una vera e propria festa corale con la partecipazione anche degli alunnni e dei maestri della scuola elementare. Prima di questa data, non ho riscontrato  ulteriori notizie relative alla suddetta festa, che però, decenni e decenni prima, non esisteva in quanto il paese festeggiava S. Anna.  Ciò  lo si deduce  da un documento contabile del 1 822, che era una sorta di conto consuntivo, che il Sindaco inviava  all'Intendenza di Avellino, da cui, Ceppaloni, allora, dipendeva. Il Sindaco e il Cassiere, alla fine di ogni

Mille papaveri rossi

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Ho ripreso   un libro scritto da Erich Maria Remarque   e di cui esiste anche una trasposizione cinematografica che ebbe moltissimi riconoscimenti. Un film crudo nella sua eff erata violenza. Scene strazianti di uomini dilaniati dalle bombe, la ferocia, la brutalità di una guerra, come tutte le guerre, che pone allo spettatore l'eterna domanda: perchè? per chi?  Domande senza risposte perché niente  giustifica l'indifferenza, la disumanità dell'uomo per l'altro uomo   e, credo che Ernest Hemingway abbia perfettamente ragione quando scrive che coloro che profttano della guerra e aiutano a provocarla dovrebbero essere fucilati, il giorno stesso  che incominciano a farla, da rappresentanti accreditati di cittadini che la   combatteranno.                                                                                                        Appena diciotenne, Remarque, chiamato alle armi, partecipò alla prima guerra mondiale dove fu seriamente ferito. Nel 1929 pubblica il l