Medea oggi
Medea con i figli uccisi
Mentre leggevo in me
affioravano ricordi legati al periodo scolastico e, in particolare, allo studio
della letteratura greca e dei tre grandi tragici dell’antichità: Eschilo,
Sofocle, Euripide che con le loro opere esplorarono il mare magnum
dell’esistenza nella quale si muove la vasta gamma dei sentimenti umani: amore,
odio, gelosia, tradimento, invidia.
Tragedie, ancora attuali, scatenate dalla forza di un
amore immenso capace di tramutarsi in una violenza senza fine. Come non
ricordare “Ippolito” di Euripide dove è narrato il mito di Fedra[1], o “Medea” che sono i
personaggi più drammatici, secondo alcuni, del teatro di ogni tempo.
Ricordo che per l’Esame di maturità (un vero incubo! esso
verteva su tutte le materie dell’ultimo anno con riferimenti all’intero
triennio superiore, oltre le quattro prove scritte: Italiano - due traduzioni
di Latino ed una di greco) avevo studiato, come classico, la “Medea” di
Euripide di cui ho ricordato, per molto tempo, alcuni versi. E nonostante la
memoria, a volte, inizi a difettare, qualche verso, ancora oggi, è presente nella
mia mente!
Dopo circa duemila e cinquecento anni, il teatro mette ancora
in scena l’orrore in cui la ragione precipita quando
diventa preda delle passioni; donne che si arrestano solo dopo aver
portato a compimento le soluzioni estreme: Fedra si impicca; Medea
uccide i due figli avuti da Giasone (2), Antigone si impicca e Emone, figlio del re Creonte, si uccide sul suo cadavere.
Da Euripide a Seneca, a Corneille,
fino al Novecento, e ancora oggi rappresentata[2],
ha attraversato i secoli la tragedia di Medea che, ripudiata da Giasone, uccide i
loro due figli
Ma chi era Medea (3)?
Era figlia di Eeta, re della Colchide; quando
gli Argonauti[ giunsero nella Colchide, Medea si innamorò
di Giasone e, con le arti magiche in cui era esperta, lo aiutò (contro suo
padre) ad impadronirsi del “Vello d’oro”(un manto di ariete dorato
capace di guarire ogni ferita) e poi fuggì con lui. Inseguiti dal padre,
Medea uccise il fratello Apsirto facendolo a pezzi e gettandoli ad uno ad uno
dietro di sé obbligando il padre a fermarsi per raccoglierli così da dargli
degna sepoltura
Giunti a Iolco Medea aiutò Giasone a vendicarsi
dello zio, il re Pelia, che non aveva tenuto fede alla promessa fatta:
restituirgli il regno, che aveva usurpato ad Esone, padre di Giasone, in cambio
del Vello d’oro
Abbiamo già visto come la pazzia dell’amore abbia portata
Medea a non fermarsi nemmeno di fronte all’uccisione del fratello, ma, sorte
peggiore riservò al Re che, con inganno, fu fatto uccidere, in maniera violenta
(fatto a pezzi e messo a bollire in un grande pentolone), dalle sue stesse
figlie in quanto Medea le aveva convinte che in tal modo avrebbero ridato la
giovinezza a loro padre. Dopo questo efferato crimine, Giasone e Meda furono
esiliati a Corinto dove, dopo alcuni anni, Creonte, il re, decise di dare in
sposa a Giasone la propria figlia Glauce.
Medea cercò in ogni modo di convincere Giasone a non lasciarla … sola con i figli soli …, drammatico il dialogo tra Medea e Giasone, ma alla fine fingendosi rassegnata inviò, per i figli, alla sposa come dono di nozze, una corona d’oro e un lungo manto bianco impregnati di un potente veleno che dava morte, in breve tempo, a chiunque lo avrebbe toccato.
Non appena Glauce lo indossò, il veleno la uccise e, con lei, anche il padre Creonte che, nel portare aiuto alla figlia, era venuto a contatto con il manto avvelenato. Subito dopo, Medea uccise i figli suoi e di Giasone per vendicarsi del tradimento subito ed evitare, così, che Giasone potesse avere una discendenza. Infine fuggì da Corinto su un carro trainato da draghi alati e si rifugiò ad Atene presso il re Egeo.
Medea è certamente colpevole, si è macchiata di un delitto
mostruoso, spintavi da una furia selvaggia e da forte risentimento verso
colui al quale ricorda … io ti salvai, lo sanno gli elleni, ed io
medesima – tradito il padre mio, la casa mia, a Iolco teco venni, - innamorata
più che saggia, e morte qual è più dolorosa, a Pelia inflissi per man delle sue
figlie … intendo bene lo scempio che sto per compiere; ma più che il
senno può la passione, che di gran mali pei mortali è causa.
Medea è consapevole, nella sua lucida follia … dell’iniquo
orrido scempio … che sta per attuare, ma non riesce a fermarsi
… questo solo giorno i figli tuoi dimentica - e poscia piangi.
Anche se tu li uccidi, cari sono essi, e sciagurata io
sono … non
riesce a contenere la forza istintuale che, oramai, ha oscurato non solo la
ragione ma anche il pur forte sentimento materno … ch’essi muoiano è
pura necessità – Io che li generai, li ucciderò.
E' proprio di oggi pomeriggio la notizia che a Corleone una madre, 78 anni, ha ucciso la figlia disabile, 47 anni e poi si è impiccata; ancora un infanticidio che narra e ricorda, in un contesto completamente diverso, la storia tragica di Medea.
Beniamino Iasiello
[1] Fedra si innamorò di Ippolito, figlio di Teseo e
re di Atene, di cui era la matrigna. Non corrisposta e, per questo, sentendosi
umiliata, si impiccò non senza prima aver lasciato un biglietto con il quale
accusava Ippolito di averla violentata (da qui lo snodo della tragedia).
[2] Giasone e un gruppo di valorosi, a bordo
della nave “Argo”, si avventurarono nelle ostili terre della Colchide (oltre il
Mare Nero) per conquistare il Vello d’oro. L’azione eroica, senza l’aiuto
determinante di Medea, non avrebbe sicuramente avuto successo.
Il soprano Sondra Radvnossky vede non come un mostro, ma “come una donna a cui è
stata tolta ogni t è un classico all'interno tuutela che una donna dovrebbe avere. E’ isolata, tradita,
usata come una moneta di scambio politico e infine scartata. Quando mi metto
nei suoi panni non cerco di giustificarne le azi oni, ma di illuminare il
paesaggio emotivo che porta a quella tragica esplosione”. Credo che non abbia bisogno di renderla attuale, perché Medea
Beniamino Iasiello
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