Il Folle di Dio


 




Ho appena finito di leggere il libro dello scrittore spagnolo  Javier Cercas: Il folle di Dio alla fine del mondo. 

Un folle senza Dio che insegue il folle di Dio alla fine del mondo, scrive l'autore, che è un ateo, un anticlericale, un laicista,  a cui il Vaticano chiede di seguire Papa Francesco nel suo viaggio in Mongolia tenutosi dal 31 agosto al 4 settembre del 2023. 

Javier Cercas pone una condizione: poter parlare col Papa, non per porre domande di carattere politico  né tanto meno su questioni morale, ma per  chiedergli della Resurrezione della Carne e della Vita Eterna. 

E' importante perché, diversamente da lui, la madre è certa, dopo la sua morte, di rivedere il marito dal quale non si separerà più perciò scriverò questo libro. Per poterlo chiedere al Papa da solo a solo. Per ascoltare la sua risposta e poi riferirla a mia madre.  

 Un libro, circa 500 pagine, scritto benissimo, un romanzo senza finzione, che mi ha fatto meglio comprendere la figura di Francesco di cui ho sempre apprezzato  le parole di pace e di amore e la difesa degli ultimi, delle periferie rispetto al centro.

Lettura interessante e stimolante che mi ha riportato, non so perché, alla mia fanciullezza quando frequentavo l'Azione Cattolica che, per i ragazzi, era il luogo dell'incontro, oltre alla piazza, del divertimento e anche della preghiera dove si imparava l'Atto di dolore, il Salve Regina, il Credo con la sua chiusa: Aspetto la resurrezione dei morti e la vita nel mondo che verrà. In quanti ci chiedevamo, con la semplicità proprio dei fanciulli: ma dove ci metteremo tutti, quando ritorneremo a nuova vita?  

Ma, quello non era il tempo di porsi problemi di spiritualità, di trascendenza, troppo grandi allora per noi. Accettavamo fideisticamente, perché, poi lo scorrere della vita avrebbe indicato a ognuno in che direzione andare e che si sarebbe tradotta in una scelta, in uno stile di vita: a volte in direzione ostinata e contraria e altre volte nel consolidamento di quella fede nata  tra le panche della chiesa. 

 Una narrazione che ti porta nel mondo dei missionari, fatto di enormi difficoltà che derivano dall'operare in una grande Nazione, stretta tra la Russia e la Cina, con appena 1500 cattolici; ma anche di serenità, perché certi di operare per un bene superiore a cui sono stati chiamati.

L'opera dei missionari, pellegrini e ospiti, libri viventi al servizio del Vangelo, come sono stati definiti, è immensa e svolta in silenzio e con amore. 

Avevo dimenticato questa figura, a mio avviso, "incommensurabile" a cui , nel mio paese, alla meta degli anni cinquanta del Novecento, fu dedicata una  croce, ancora oggi visibile,  per la missione che tennero nel Comune.

Mi sa che troppe cose sono state dimenticate nel tempo che, forse, potrebbero ancora orientare il viandante nel suo cammino, ma, dare fiato al passato, pare impresa improba.

Papa Francesco, non dimentico dello scrittore che voleva rivolgergli qualche domanda, nel viaggio di ritorno lo manda a chiamare e Cercas, tra l'altro, gli dice  allora posso dire a mia madre che, quando morirà, rivedrà mio padre. La reazione del Papa è fulminante,  non esita neanche un millesimo di secondo; chiude gli occhi  e quando li riapre dice: senza alcun dubbio.  Parole spiazzanti perché mai avrebbe immaginato una risposta così ingenua, schietta, cristallina. Quelle tre parole elementari, senza scampo

Al ritorno, anche se la madre, per l'Alzheimer, ha pochi momenti di lucidità, mantiene la promessa fattale e le fa vedere il video girato del suo colloquio e le dice: hai sentito mamma ha detto che quando morirai, rivedrai papà.  

Era passato un anno e mezzo dalla fine del viaggio e la madre era morta, quando un pomeriggio, mentre stava tornando a casa insieme con la moglie, sente squillare il cellullare e risponde: Javier Cercas? Si. 

Sono Jeorge Bergoglio. Papa Francesco, siamo andati insieme in Mongolia. Si ricorda? Stupore e meraviglia da parte di Cercas che a stento riesce a fermarsi in una piazzuola:  ho saputo che sua madre è morta.

 Lo sa quello che diceva S. Agostino: la morte della madre è il primo dolore. Volevo solo dirle che pregherò per sua madre.  Che la terrò presente nelle mie orazioni. Le mando un abbraccio. Incredibile! 

Un grande Pontefice che è stato protagonista di un decennio che ha visto guerre, distruzioni, i poveri diventare sempre più poveri e i ricchi nuotare nell'oro come Paperon De Paperoni

 Non riporto le considerazioni fatte da Javier Cercas che, per qualche momento, sembra entrare in crisi, ma resta fermo nel suo ateismo, così, come pure io, si  parva licet componere magnis, con tutti i miei dubbi resto fermo nel mio agnosticismo. Perché ritengo che solo chi è stato toccato dalla grazia divina possa, in maniera rapida e convinta,  rispondere: senza  alcun dubbio.

 La lettura del Folle di Dio, così amava  definirsi anche S. Francesco, ci rende ancora più consapevoli che Papa Bergoglio è stato un profeta capace di essere una guida per il mondo, e l'opera svolta durante il suo pontificato sarà destinata ad avere sempre maggiore influenza sul futuro della chiesa e de, mondo.

 

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