Post

Visualizzazione dei post da agosto, 2025

Per mio padre

Immagine
Una poesia di Camillo Sbarbaro , tratta da "Pianissimo", una silloge poetica pubblicata per la prima volta nel 1914.  Per mio padre che, oggi, avrebbe 107 anni (1918) e che è stato ed è sempre presente nella mia vita.  Padre anche se tu fossi Padre , se anche tu non fossi il mio padre, se anche fossi a me un estraneo, per te stesso egualmente t'amerei. Chè mi ricordo d'un mattino d'inverno  che la prima viola sull'opposto muro scopristi dalla tua finestra e ce ne desti la novella allegra. Poi la scala di legno tolta in spalla di casa uscisti e l'appoggiasti al muro. Noi piccoli stavamo alla finestra. E di quella volta mi ricordo che la sorella mia piccola ancora per la casa inseguivi miacciando (la caparbia aveva fatto non so che) Ma raggiuntala che strillava forte dalla paura ti mancava il cuore ché avevi visto te inseguire la tua piccola figlia, e tutta spaventata tu vacillante l'attiravi al petto, e con carezze dentro le tue braccia l'avviluppav...

L'orrore di Mrcinelle,

Immagine
Era l'8 agosto del 1956 quando  a Marcinelle, una località del Comune di Charleroi, Belgio,  morirono 252 minatori, di cui 136  italiani, 95 belgi e 31 di altre nazionalità. Una grande tragedia del lavoro causata dalla povertà e dalla mancanza di opportunità lavorative che l'Italia offriva. Italiani, e non solo, per lavorare nelle miniere dove i belgi non scendevano perché lavori in sommo grado pericolosi. Erano tempi difficili e in tanti già erano emigrati negli anni passati nei paesi europei, in America, in Australia, soprattutto dal Sud dell'Italia; con il Belgio, l'Italia faveva firmato un protocollo nel 1946 con il quale si impegnava a inviare  forza lavoro italiana, 50.000 lavoratori, in cambio di carbone.  Partivano con l'idea di integrare i magri raccolti delle loro campagne col lavoro per poi riotornare e cercare di comperare qualche pezzo di terra o iniziare a costruire una piccola casa. I sogni di tanti contadini,  fortemente discriminati dai loc...

Scusate il disturbo

Immagine
  Sono state le ultime parole dette da Maritna Oppelli. Una donna di 50 anni a fetta da venti anni da   sclerosi multipla secondaria progressiva che ha visto negarsi per la terza volta dall'Asugi, l' Azienda sanitaria triestina, il diritto di poter accedere al suicidio assitito in Italia. Accomagnata da due volontari del Soccorso Civile, Martina, allo stremo delle forze,si è recata in Svizzera per porre fine ad una esistenza  fatta solo di dolore e sofferenza. Eppure c' è una sentenza della  Consulta del 2019 che permette di rispondere affermativamente ala richiesta di un malato quando ricorrono alcune condizioni: una malattia oirreversibile, una patologia che comprta gravi sofferenze, la dipendenza dai sostegni viotali, la capacità di autodeterminarsi. Nonostante ciò, le ASL tergiversano interpretano e, d i fatto, vietano  di poter ricorrere al suicidio assistito. A me pare che godano quando possono VIETARE, entrando così superficalmente e prepotentemente ...