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Per mio padre

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Una poesia di Camillo Sbarbaro , tratta da "Pianissimo", una silloge poetica pubblicata per la prima volta nel 1914.  Per mio padre che, oggi, avrebbe 107 anni (1918) e che è stato ed è sempre presente nella mia vita.  Padre anche se tu fossi Padre , se anche tu non fossi il mio padre, se anche fossi a me un estraneo, per te stesso egualmente t'amerei. Chè mi ricordo d'un mattino d'inverno  che la prima viola sull'opposto muro scopristi dalla tua finestra e ce ne desti la novella allegra. Poi la scala di legno tolta in spalla di casa uscisti e l'appoggiasti al muro. Noi piccoli stavamo alla finestra. E di quella volta mi ricordo che la sorella mia piccola ancora per la casa inseguivi miacciando (la caparbia aveva fatto non so che) Ma raggiuntala che strillava forte dalla paura ti mancava il cuore ché avevi visto te inseguire la tua piccola figlia, e tutta spaventata tu vacillante l'attiravi al petto, e con carezze dentro le tue braccia l'avviluppav...

L'orrore di Mrcinelle,

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Era l'8 agosto del 1956 quando  a Marcinelle, una località del Comune di Charleroi, Belgio,  morirono 252 minatori, di cui 136  italiani, 95 belgi e 31 di altre nazionalità. Una grande tragedia del lavoro causata dalla povertà e dalla mancanza di opportunità lavorative che l'Italia offriva. Italiani, e non solo, per lavorare nelle miniere dove i belgi non scendevano perché lavori in sommo grado pericolosi. Erano tempi difficili e in tanti già erano emigrati negli anni passati nei paesi europei, in America, in Australia, soprattutto dal Sud dell'Italia; con il Belgio, l'Italia faveva firmato un protocollo nel 1946 con il quale si impegnava a inviare  forza lavoro italiana, 50.000 lavoratori, in cambio di carbone.  Partivano con l'idea di integrare i magri raccolti delle loro campagne col lavoro per poi riotornare e cercare di comperare qualche pezzo di terra o iniziare a costruire una piccola casa. I sogni di tanti contadini,  fortemente discriminati dai loc...

Scusate il disturbo

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  Sono state le ultime parole dette da Maritna Oppelli. Una donna di 50 anni a fetta da venti anni da   sclerosi multipla secondaria progressiva che ha visto negarsi per la terza volta dall'Asugi, l' Azienda sanitaria triestina, il diritto di poter accedere al suicidio assitito in Italia. Accomagnata da due volontari del Soccorso Civile, Martina, allo stremo delle forze,si è recata in Svizzera per porre fine ad una esistenza  fatta solo di dolore e sofferenza. Eppure c' è una sentenza della  Consulta del 2019 che permette di rispondere affermativamente ala richiesta di un malato quando ricorrono alcune condizioni: una malattia oirreversibile, una patologia che comprta gravi sofferenze, la dipendenza dai sostegni viotali, la capacità di autodeterminarsi. Nonostante ciò, le ASL tergiversano interpretano e, d i fatto, vietano  di poter ricorrere al suicidio assistito. A me pare che godano quando possono VIETARE, entrando così superficalmente e prepotentemente ...

Tempo di vacanze - Tempo di libri

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Binomio vincente dell'estate: spiaggia, ombrellone, sdraio e un buon libro da leggere con la brezza marina come amica. Col tempo delle vacanze, l'otium prende il sopravvento sul negotium e, cosa c'è di meglio, in questi momenti, che abbandonarsi dal piacere di una buona lettura?   Sono molti anni, oramai, che il tempo della lettura si è tinto di ... giallo. Un genere che ha conquistato un posto di primo piano nella narrativa italiana, in quanto sempre più lettori si lasciano affascinare da trame ricche di mistero, colpi di scena e con investigazioni sconvolgenti. Anche quest'anno i titoli disponibili sono tanti, e , tra i tanti, ne suggerirei due: Delitto di Benvenuto di Cristina Cassar Scalia ; autrice affermata e conosciuta al grosso pubblico, anche perché Canale 5 ha trasmesso qualche anno fa le avventure del vice questore, Vanina Guarrasi.   Ma con l'ultimo lavoro, introduce un nuovo personaggio, il commissario Scipione Machiavelli che da Roma viene trasferito ...

Il femminicidio nella canzone italiana del dopoguerra

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  M entre ascoltavo vecchie canzoni degli anni 60/70, che parlavano di amori appena nati, di amori già finiti, pensavo che in quegli anni era difficile trovare testi scabrosi in cui si parlava di femminicidi o di disagi femminili che non rientrassero nella vasta categoria dell'amore che alla fine vince sempre o diventa nostalgia. Il termine femminicidio, nel vocabolario giornalistico e giuridico dell'epoca  non esisteva, si parlava genericamente di omicidio, senza riconoscere la specificità del reato contro la donna, in quanto donna (in proposito è stata appena approvata la legge).  In fondo era considerato più un fatto di costume (un fatto tragico, un dramma della gelosia, delitto passionale); la legge italiana, fino al 1981, prevedeva il delitto d'onore come circostanza attenuante; se un uomo uccideva la moglie o la figlia " sorpresa in flagrante adulterio" poteva ricevere una pena ridotta (come dimenticare Mastroianni e Sandrelli in Divorzio all'italiana o...

Sulla guerra

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  La guerra è la guerra! Bella scoperta, direte! Ma lo dico per me, per convincermi che oggi stiamo assistendo semplicemente a quello che succede in una guerra: si uccide, si muore dilaniati dalla mitraglia, dalle schegge di bombe intelligenti, nei modi più cruenti e barbari. La guerra non è un’eccezione brutale, è brutalità nella sua forma più normale; non ci si può sorprendere della violenza perché essa è la regola del gioco, non la deviazione. E come sempre, dove si combatte, si muore! mentre dove non c’è guerra si parla, si interpreta, si giudica, si litiga per affermare la verità dell’uno o dell’altro, ma nessuno sa come fermare la guerra perché chi, davvero può, mostra poco interesse per le povere storie della maggioranza schiacciante di  persone che tendono a vivere o sopravvivere. Come fermare il guerrafondaio Nethaniau o la volontà di potenza di Putin!   Hegelianamente, essi credono di fare la storia , e se bambini e vecchi vengono uccisi, se le donne vengono...

Maledette primavere. O no?

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Siamo tutti in attesa del r egime change auspicato in Iran. Una nuova primavera per il popolo iraniano! I n verità, non ho paura della primavera che con i suoi primi tepori ci porta fuori dall'inverno,   anche se il Climate change non lascia ben sperare,  m a temo le primavere rivoluzionarie ! Se guardo indietro, vedo,   la primavera dei popoli, così detta da Carlo Marx, cioè le rivoluzioni europee del 1848 - 1849  che esaurirono rapidamente la spinta rivoluzionaria, e il Regno delle due Sicilie, di cui i nostri paesi facevano parte, scate nò un feroce repressione che  riportò il regno in una morte palude, spegnendo così qualsiasi forma di libertà. Ricordo, nel 1968, la "Primavera di Praga  che fu travolta dalle truppe sovietiche e dai carri armati che invasero la Cecoslovacchia: s on come falchi quei carri appostati - quando la piazza fermò la sua vita - sudava sangue la folla  ferita , così cantava Francesco Guccini, in La primavera di...